Shljuka Quintet – Octave Up (Italian review)

A.MA records - Street date May 3th 2024
Jazz
Shljuka Quintet - Octave Up (Italian review)

Nuova produzione del nostro amico Antonio Martino, uomo di gusto particolarmente raffinato, che ci propone questo album jazz dalla Serbia. Il soprannome, o meglio il nome d’arte, Shljuka, ha riunito alcuni dei migliori musicisti serbi nel suo nuovo quintetto con cui ha registrato l’album “Octave Up”, composto da otto composizioni originali. Certamente ci sono alcune influenze balcaniche, ma questo album potrebbe tranquillamente provenire dalla scena di New York, tanto è impressionante la vitalità e la virtuosità di questi artisti. Qui troviamo musicisti di cui non siamo ancora abituati: Aleksandar Jovanovic Shljuka al piano, Ivan Radivojevic alla tromba, Rastko Obradovic al sassofono contralto e soprano, Milan Pavkovic al contrabbasso, Aleksandar Cvetkovic alla batteria, con la loro visione del jazz che porta davvero un tocco di novità e una certa freschezza nelle composizioni e nelle interpretazioni.

Impossibile non notare gli arrangiamenti di questo album che offrono uno spazio acustico alle nostre orecchie insuperabile e consentono di percepire la frase di vari strumenti contemporaneamente, questo è senza dubbio ciò che rende unico questo gruppo, ma non solo perché c’è una narrazione poetica in questa scrittura musicale che è semplicemente affascinante. Shljuka integra l’eredità balcanica sotto forma di frasi melodiche, progressioni armoniche e ritmi, mescolandoli tutti al linguaggio del jazz, dell’improvvisazione e del suono contemporaneo. Le composizioni riflettono impressioni personali e una prospettiva unica sui parallelismi emotivi e musicali tra la musica dei Balcani e diverse epoche del jazz. Sono anche ispirate dall’atmosfera di alcune opere letterarie di scrittori serbi, dall’ambiente locale e dalla natura. L’individualità e la libertà di espressione di ogni musicista giocano un ruolo significativo nella creazione di questo album nel suo complesso.

Tuttavia, non sarebbe giusto limitare questo gruppo a una forma di jazz balcanico, infatti la forma jazzistica utilizzata intorno alle formulazioni balcaniche è veramente un jazz-fusion molto attuale, con progressioni basso/batteria/piano che ricordano certi album di jazz americani recenti, questo è ciò che rende internazionale fin dal primo ascolto questo album. Come sapete, la base delle influenze dei musicisti jazz europei, per via della loro formazione, deriva dalla musica classica, il che permette loro di interagire con una reale differenza rispetto ai musicisti americani, altrettanto appassionanti, su peculiarità puramente tecniche della scrittura degli arrangiamenti.

Ogni traccia di questo album è come una nuova avventura proposta all’ascoltatore, sono stato particolarmente impressionato da questo gruppo, amando sia l’interpretazione del pianista e del trombettista, che il formidabile lavoro di basso e batteria che fornisce tutta l’energia necessaria agli altri artisti per brillare al massimo del loro talento, alcune parti di assolo basso e batteria sono davvero indicative dell’alta qualità di questi artisti. Questo rende l’album unico nel suo genere e lo rende “indispensabile” ai nostri occhi, sia per questa proposta musicale impressionante dal lato jazz che dal lato world music.

Thierry De Clemensat
USA correspondent – Paris-Move and ABS magazine
Editor in chief Bayou Blue Radio, Bayou Blue News

PARIS-MOVE, May 1st 2024

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