Irina Pavlovic – The Soulful Heritage (ITALIAN REVIEW)

A.MA records – Street Date November 24th 2023
Jazz
Irina Pavlovic – The Soulful Heritage (ENG review)

Irina Pavlovic è una pianista e compositrice originaria della Serbia. Ha iniziato lo studio del flauto all’età di sette anni. Quando la musica è diventata una passione seria per lei, Irina si è trasferita a Belgrado per studiare il pianoforte. Affascinata dal jazz, ha approfondito anche questo genere musicale. La passione per il jazz traspare in questo meraviglioso album prodotto dal nostro amico Antonio Martino. Ci si chiede persino dove trovi questi incredibili artisti che non conosceremmo se non fosse per lui. Sia che si tratti di artisti jazz italiani o di quelli provenienti dai paesi dell’est, ogni nuova proposta di Antonio ci sorprende costantemente.
Utilizzando accordi derivati dal gospel e arrangiamenti basati sulla formula del “call and response”, il soul jazz – di cui stiamo parlando – cercava un ritorno alle sue origini, richiamando i suoni religiosi della chiesa afroamericana e la tradizione laica del blues. Tutto questo, negli anni sessanta del secolo scorso, ha permesso al jazz di assumere la dimensione di uno stato di grazia tra il pubblico dell’epoca, portando molte delle sue influenze nel R&B.
Il fatto che oggi alcuni artisti serbi riprendano tutto ciò come una caratteristica stilistica per produrre uno dei dischi più piacevoli dell’ultima era testimonia la potenza di penetrazione che questa musica ha sempre avuto tra le nuove generazioni.
Il segno che questo album non è del tutto come gli altri è la presenza di Dean Bowman sul brano che ha dato il nome all’album, “The Soulful Heritage”. Come sull’intero album, è necessario prendersi il tempo di ascoltarlo più volte per apprezzare appieno il livello di dettagli spettacolari degli arrangiamenti e l’alta qualità di strumentista di Irina Pavlovic. È un album impressionante perché, ascoltandolo, nemmeno ci si pone la domanda sull’origine di questo album. Le atmosfere sono lì per disturbare le menti. Al massimo, è necessario arrivare al quinto brano di questo album per trovare influenze di musica “classica” che plasmano originariamente ogni musicista europeo.
Alla fine, ancora una volta, è questo mix di culture, quando è ben assimilato, che fa la differenza rispetto ad altri album. Quando un artista è in grado di mettere un po’ della propria anima su uno spartito in uno stile che inizialmente non gli appartiene, tra la Serbia e gli Stati Uniti, ci sono molte differenze che non sono solo il numero di chilometri che separano i due paesi. Ed è la visione del jazz che Irina possiede, legata alla sua cultura, che ci fa sognare, che ci fa accomodare comodamente ad ascoltare questo album. Sono tutte ragioni, se davvero ne servisse una, per rivelare tutti i dettagli che hanno fatto sì che le redazioni di Bayou Blue Radio e Paris-Move inserissero questo album nella categoria degli “Indispensabili…”.

Thierry De Clemensat
USA correspondent – Paris-Move
Editor in chief Bayou Blue Radio, Bayou Blue News

PARIS-MOVE, November 20th 2023

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